Lettera alla Politica su l’Eco di Bergamo – pubblicata il 19 novembre 2011
Nel vivere questo periodo difficile, segnato dalle difficoltà delle aziende e delle famiglie di quadrare i propri bilanci, noi Giovani Imprenditori di Bergamo vogliamo volgere lo sguardo oltre il contingente. Siamo persuasi che il nostro Paese non possa limitarsi a contenere gli effetti della crisi. Dobbiamo trovare la forza di reagire, attivandoci sin da ora per la ripresa per poter trasformare la recessione in una straordinaria opportunità di cambiamento. Da sempre abbiamo interpretato l’impresa e il mondo circostante in maniera innovativa, animati da sogni ad occhi aperti e convinti che non debbano rimanere rinchiusi e irrealizzati nei cassetti, ci siamo fatti promotori nel diffondere la cultura d’impresa fondata sulla responsabilità sociale, sui valori dell’assunzione di rischio, merito, rendicontazione, orientamento al mercato all’interno di un agire quotidiano etico e responsabile. A distanza di quattro anni dal workshop “La Competitività Territoriale e il Rilancio della Bergamo dei Creativi”, organizzato da noi Giovani Imprenditori, vogliamo rompere gli indugi ed affermare la nostra volontà di contribuire a costruire una Agenda per Bergamo. Siamo consci che il futuro è uno sconosciuto di cui vediamo solo una sagoma: noi Giovani Imprenditori non lo possiamo prevedere, ma lo vogliamo costruire perché il futuro è innanzitutto di chi lo pensa, di chi lo crea e, proprio per questo motivo, non possiamo lasciare che il futuro sia disegnato da altri. Dai Giovani, dalle loro energie e dai loro talenti si deve ripartire. Sono proprio i Giovani che, per questioni anagrafiche, vivranno il futuro ed è per loro – e con loro – che vogliamo disegnare e costruire la Bergamo del futuro. Condividiamo il giudizio e la preoccupazione di molti. I Giovani sono oggi penalizzati da una società che fatica a valorizzare il proprio capitale umano, incapace di riconoscere il merito e premiare i propri talenti. Se davvero siamo preoccupati per il futuro di noi giovani dobbiamo innanzitutto buttarci alle spalle la convinzione che tutto dipenda da altri. Tutti i grandi processi di vero cambiamento non possono mai prescindere dall’impegno e dalla responsabilità personali. E’ necessario quindi che le nuove generazioni si responsabilizzino iniziando ad agire per progettare il futuro, il proprio e quello del Territorio in cui vivono: perché disegnare la mappa cambia il territorio. Il futuro è quel luogo dove le nostre aspettative possono diventare reali e noi non dobbiamo diventare dipendenti da una precaria visione del futuro, ma ne dobbiamo essere artefici. Abbiamo assistito agli effetti della globalizzazione: si parte da zero; le carte si sono rimescolate ed i territori sono entrati in concorrenza per attrarre investimenti e risorse; le distanze e le barriere sono cadute, si è passati in pochi anni dall’operare da un ristretto ambito geografico ad una arena globale, di conseguenza tutto è conquistabile e tutti possono conquistarci. La competizione è diventata competizione tra sistemi territoriali in cui ogni concorrente porta nella competizione tutti i vantaggi e gli svantaggi del proprio Territorio. I giornali si occupano spesso delle fughe di Imprese e di Talenti (studenti, ricercatori, creativi) che cercano all’estero la via della crescita e della sprovincializzazione, questo è un falso problema: il problema vero non è la fuga ma l’attrarre i migliori. Durante gli ultimi anni i Gruppi Giovani Imprenditori di Bergamo hanno sondato la dimensione dei rapporti tra impresa e territorio mettendo in evidenza quanto l’impresa contribuisca ad arricchire il territorio. Oggi che il sistema imprenditoriale è in difficoltà chiediamo cosa può fare il Territorio per l’impresa e cosa possono e devono fare Politica e Istituzioni per l’Impresa e per il Territorio. Abbiamo bisogno di una Bergamo più dinamica e competitiva, dotata di forza lavoro motivata e competente; più internazionale, con mercati del lavoro aperti e maggiormente inclusivi; una Bergamo con minori barriere e divari culturali, generazionali e di genere. Per andare in questa direzione bisogna incidere sulla struttura sociale ed economica del Territorio, e ciò richiede tempi lunghi. Si tratta di adeguare infrastrutture materiali e immateriali, di valorizzare il patrimonio culturale che Bergamo possiede, di migliorare la coesione sociale, e ancor prima, o per tutto ciò, di disegnare una nuova e diversa gestione del territorio. Domande concrete esigono risposte altrettanto concrete che non possono essere date senza un piano di medio-lungo periodo, che deve costantemente essere aggiornato e messo a verifica. I tempi della politica sono scanditi da legislature quinquennali che difficilmente riescono a portare a compimento i propri obiettivi. I tempi di realizzazione delle infrastrutture sono notevolmente più lunghi, le recenti opere realizzate ed in via di realizzazione (è il caso della BreBeMi e della Pedemontana) sono frutto di una visione scaturita negli anni ’80. Si devono superare schemi , riti e convenzioni del passato, e coinvolgere le forze giovani per sviluppare una visione di più ampio respiro, un libro dei sogni come è accaduto in Francia con la Commissione Attali e che affianchi il “Modello Bergamo” nel costruire il futuro di cui il nostro Territorio ha bisogno. Noi Giovani Imprenditori siamo pronti alla chiamata.
Gianmarco Gabrieli Vanessa Pesenti
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