Gianmarco Gabrieli pubblicato il 29 marzo 2013 su www.bergamonews.it
Bersani è tornato dal Presidente Napolitano riferendo che le consultazioni non sono state risolutive. E ora?
Torna quindi al Colle l’obbligo di verificare se le forze politiche possono trovare una convergenza su quei pochi punti emergenziali che vengono richiesti dagli italiani per la propria sopravvivenza, ovvero rifinanziamento degli ammortizzatori sociali, pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione e legge elettorale. Mentre i primi due sono “atti dovuti” che incidono maggiormente nel breve periodo e la cui soluzione è stata per troppo tempo procastinata, solo una piena riforma elettorale che coinvolga anche una modifica della Costituzione può permettere al Paese di uscire dalla situazione di stallo in cui troppo spesso si è ritrovato dal dopo guerra in poi. I nostri padri costituenti decisero la forma della Repubblica parlamentare affinché le decisioni rilevanti fossero prese da un’assemblea di rappresentanti del popolo e non da pochi individui.
Nonostante questa dovesse essere una forma di garanzia, questa è stata disattesa dal sistema partitocratico e nel frattempo l’Italia è rimasta più volte nelle secche del parlamentarismo. Per dare piena attuazione all’art. 1 della Costituzione, occorre quindi consegnare al popolo gli strumenti necessari per esercitare pienamente la propria sovranità.
Innanzitutto, la possibilità di eleggere direttamente il Capo dello Stato, dopo averne rivisto l’assetto in forma semi-presidenziale. In secondo luogo modificare la legge elettorale, con un doppio turno maggioritario (che permette al cittadino di votare al primo turno il partito più vicino e al secondo il meno peggio) accompagnato da piccoli collegi, che richiedono ai parlamentari un forte radicamento sul territorio.
Terzo, ma non meno importante, l’attuazione dell’art.49 della Costituzione con una legge che regolamenti la vita interna dei partiti, in modo tale da garantirne la piena democraticità e regolarne le modalità di finanziamento e utilizzo dei fondi ricevuti. Modifiche così profonde non possono essere prese a colpi di maggioranza, ma devono essere concertate tra le diverse forze politiche, sotto l’attenta regia di un garante super partes.
Proprio adesso che la politica italiana ha toccato il fondo, che i partiti politici sono arroccati sulle proprie posizioni ed il Paese è allo stremo delle proprie forze, il Presidente Napolitano può trovare la persona giusta, che sappia dare una scossa alle nostre istituzioni, che ricompatti le fila su quei pochi ma necessari punti. Ora o mai più.