Intervento pubblicato su Formiche il 22 febbraio 2015
Per definire quello che sta accadendo dentro Scelta Civica possono bastare due parole, soddisfazione ed entusiasmo, ma per chi non ha vissuto il travaglio di questo partito che è nato solo da dieci giorni è bene fare una piccola digressione.
Scelta Civica, che è il mio partito, quello per il quale due anni fa mi misi a disposizione tanto da candidarmi alla Camera dei Deputati e del quale non presi la tessera fino a tre mesi fa, nacque in fretta per tamponare una situazione d’emergenza, aggregando mondi diversi per costruire un fronte comune ma lasciando aperte molte incongruenze.
Il primo peccato originale che l’opinione pubblica non conosce e che molti di noi hanno dimenticato è stata l’identità distorta. Per colpa di una legge elettorale asimmetrica per soglie di sbarramento e premi di maggioranza, si costituirono per la Camera dei Deputati la lista “Scelta Civica con Monti per l’Italia” in coalizione con altre forze prettamente politiche e al Senato il listone unico “Con Monti per l’Italia” formato da politici. La denominazione “civica” che era inizialmente ad esclusivo appannaggio per i candidati alla Camera venne estesa anche a quelli del Senato solo in una fase successiva ovvero dopo le elezioni, nel momento di costituire i gruppi parlamentari.
L’Agenda Monti che era un programma delle cose da fare, non riuscendo ad ottenere un consenso maggioritario, non riuscì a trasformarsi in un progetto politico che potesse, tramite lo strumento del congresso, coagulare e mettere in reciproca comunicazione le esperienze politiche e civiche, così come le anime liberali e popolari, laiche e cattoliche.
Dopo aver aspettato due anni per la convocazione del congresso, che era fortemente osteggiato da quegli stessi parlamentari transfughi che preferivano una gestione autoreferenziale del partito, finalmente siamo arrivati ad un punto di partenza.
Forte è la soddisfazione tra i civici che hanno partecipato al congresso di dieci giorni fa e che hanno finalmente eletto, per la prima volta democraticamente, gli organi del partito riprendendosi il proprio spazio e dimostrando coerenza ed integrità morale nei confronti dei quasi 3 milioni di elettori del 2013.
Con rinnovato entusiasmo abbiamo raccolto il testimone che ci è stato lasciato, perché la sfida è appena iniziata: l’alto tasso di astensionismo delle ultime elezioni europee e regionali, dimostra a maggior ragione quanto sia ampio lo spazio politico che possiamo percorrere non da soli, ma con chi crede al valore della parola data.
La volontà di mettere a disposizione Scelta Civica come laboratorio delle idee, come piattaforma aperta e scalabile dalla società civile, con la leadership non preconfezionata, con una base e una rappresentanza parlamentare che si confrontano e si rafforzano vicendevolmente, sono i punti di punti di forza per essere non la tenda ma la casa comune per i civici, liberali e riformatori popolari che rifuggono i populismi demagogici e credono in risposte concrete, pragmatiche che possano dare al nostro Paese la speranza di riemergere.