Pubblicato su il Giornale di Brescia il 26 Ottobre 2013
Un contenitore di stampo liberista per riformare l’Italia. È Rete Lib, la nuova creatura fondata dall’economista e senatore (ieri del Partito Democratico, oggi di Scelta Civica) Pietro Ichino: un soggetto non ancora politico, che mira a coagulare attorno a sé enti e associazioni di cultura liberista per fornire indirizzi procedurali alla politica italiana. A circa due mesi dalla fondazione, al progetto hanno aderito 12 associazioni, «sia dell’area di centrosinistra che di centrodestra», puntualizza Ichino, che ha anche parlato delle sorti del suo partito, che forse meglio di tutti avrebbe dovuto incarnare la mission di Rete Lib: «La recente frattura nasce dal decreto sulla stabilizzazione dei precari del pubblico impiego presentato dal ministro D’Alia, che va contro ciò che dovremmo fare. Scelta civica è un partito nato sull’agenda Monti e con tutte le buone intenzioni, ma si è incagliato: serve qualcosa di più».
Ichino era l’ospite d’onore dell’esordio del Circolo Lib di Brescia, che si è presentato all’hotel Vittoria. Padrona di casa è stata Barbara Tosoni, presidente del circolo bresciano, affiancata da Gianmarco Gabrieli, coordinatore regionale di Italia futura, Flavio Pasotti di Italia aperta e Alessandro Olmo, presidente di LibMov. Rete Lib ad oggi è soprattutto un portale web – rintracciabile all’indirizzo www.retelib.it – che raccoglie le idee di fondo che hanno spinto le associazioni ad aderire al progetto di Ichino. L’assioma principale è il superamento dell’attuale dualismo tra destra e sinistra («C’è una convergenza impressionante tra molti parlamentari dei principali partiti», ha assicurato l’economista) fornendo alla politica gli strumenti per far ripartire il Paese.
«NON PRETENDIAMO che le nostre proposte siano le migliori, ma vorremmo che fossero sperimentate e le loro ricadute valutate nel tempo, senza pregiudizi», ha spiegato Ichino. Gabrieli ha salutato con favore la nascita di Rete Lib, «soluzione alla diaspora del pensiero liberale: in Italia c’è una debolezza trasversale del partito delle riforme, anche il governo delle larghe intese non ha portato incisività», mentre Pasotti ha sottolineato che il compito delle associazioni liberali è «discutere e approfondire le policies che possono far crescere il Paese, valutando le scelte del governo e delle amministrazioni locali. Anche a Brescia». «Il liberalismo è sparito dalla politica italiana dopo la sua vittoria più grande, la caduta del muro di Berlino: sono scomparse meritocrazia e trasparenza, è esplosa la spesa pubblica – ha notato Olmo -. È importante che si ricrei una coscienza civica liberale, per arginare lo sbandamento totale a tutti i livelli».